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Carol Rama

A Rebel of Modernity

KUNSTMUSEUM BERN, BERNA 
07.03—13.07.2025

Dal 7 marzo al 13 luglio 2025, il Kunstmuseum di Berna dedica a Carol Rama la sua prima retrospettiva in Svizzera. Con circa 110 opere che ripercorrono 70 anni di carriera, Carol Rama. A Rebel of Modernity mostra le molte sfaccettature di un corpus artistico segnato da ribellione, radicalità, sperimentazione incessante e una straordinaria autonomia espressiva.

Sessualità, follia, malattia e morte sono i grandi temi a cui l’artista torinese Carol Rama (1918–2015) ha dedicato la sua opera. Come molte altre straordinarie artiste dell’Avanguardia, Rama ha raggiunto la fama e il riconoscimento solo in tarda età.

Riconoscimento che arriva, tra l’altro, con il Leone d’Oro alla 50. Biennale di Venezia nel 2003. A questa artista anticonformista, pioniera dell’arte femminista, il Kunstmuseum Bern dedica, dal 7 marzo al 13 luglio 2025, la prima, grande retrospettiva mai presentata fino ad ora in Svizzera. Attraverso circa 110 lavori realizzati in 70 anni di carriera, Carol Rama. Ribelle della modernità presenta le diverse sfaccettature di un’opera segnata da ribellione, radicalità, spirito sperimentale e una grande varietà di materiali. Svincolata da scuole e gruppi artistici, come autodidatta Rama ha creato un’opera anticonvenzionale e irriverente e al contempo molto personale, che non si lascia confinare in categorie definite.

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La formazione della biografia: sessualità, follia, malattia e morte

‟Il lavoro, la pittura, per me, è sempre stata una cosa che mi permetteva poi di sentirmi meno infelice, meno povera, meno bruttina, e anche meno ignorante… Dipingo per guarirmi”¹. 

Carol Rama nasce a Torino nel 1918, figlia minore di Marta e Amabile Rama. L’azienda del padre produce componenti per automobili e inizialmente permette alla famiglia di condurre una vita borghese. Fin dall’adolescenza, Rama assiste al ricovero dei suoi genitori in cliniche psichiatriche. Quando visita la madre nella clinica I Due Pini, si acuisce la sua resistenza alle regole e alle costrizioni imposte dalla società, alle categorie e ai ruoli di genere, così come alle rappresentazioni della sessualità femminile. Suo padre muore nel 1942, presumibilmente suicida, dopo il fallimento della sua azienda.

Un’artista che si reinventa costantemente

Nei primi anni Quaranta, Carol Rama si stabilisce nella sua casa studio a Torino, che sarà per tutta la sua vita il centro pulsante della sua produzione artistica e punto d’incontro per intellettuali e creativi. Circa ogni dieci anni, Carol Rama sviluppa nuovi approcci artistici.

Questi momenti sono presentati in mostra in sei capitoli, ognuno dedicato a una specifica fase creativa. Il percorso espositivo si apre con importanti lavori in nero e rosso provenienti da diversi periodi della sua produzione.

Appassionata : la pittura come provocazione e ribellione

A metà degli anni Trenta, Rama decide di diventare artista e di contrastare il predomini maschile nella quotidianità e nell’arte. La sua serie di acquerelli erotici Appassionata, realizzata tra il 1936 e il 1946, la catapulta al centro dell’Avanguardia.

Nei suoi lavori Rama affronta temi come il corpo, il genere e la sessualità all’interno delle norme sociali. Figure nude si mostrano in un momento di estrema vulnerabilità, eppure da esse si irradia una grande autonomia. Sono delle ribelli – come del resto la stessa artista. Nel 1945 questi acquerelli avrebbero dovuto essere esposti a Torino, ma, secondo quanto riferito dall’artista, l’esposizione viene chiusa prima dell’inaugurazione su ordine della polizia per oscenità. Con queste opere, Rama si lascia alle spalle l’ambiente borghese e conservatore in cui era cresciuta e l’Italia cattolica dei tempi del fascismo, aprendo la strada all’arte femminista contemporanea.

Anti-ritratto: Riduzione nell’espressione

Parallelamente a queste opere, tra la metà degli anni Trenta e la metà degli anni Quaranta Rama realizza dipinti a olio su tela, perlopiù ritratti o autoritratti. L’artista libera completamente il ritratto dalla somiglianza con il modello: le figure appaiono ridotte nell’espressione, piatte, quasi prive di corpo, come un insieme di macchie colorate. Alcune perdono la loro forma, si mescolano con elementi grotteschi e surreali, trasformandosi in creature ibride.

Movimento Arte Concreta: un ulteriore passo verso l’astrazione

Dopo la fine della seconda guerra mondiale, gli artisti e le artiste di tutto il mondo si rivolgono all’astrazione. Come segno di distacco dall’arte del fascismo e dalla sua estetica realistica, anche in Italia comincia ad acquisire importanza l’arte non-oggettiva con un linguaggio astratto-geometrico. Rama aderisce al gruppo Movimento Arte Concreta. In quel periodo trova un linguaggio chiaro e astratto e inzia a sperimentare con diversi media.

Bricolage: esperimenti materici come protesta

All’inizio degli anni Sessanta, Carol Rama supera i limiti della tela bidimensionale e la amplia con oggetti del suo quotidiano. In un’epoca di fermento sociale e politico, di critica al consumismo e di protesta contro la storia dell’arte occidentale tradizionale, arte e vita quotidiana dovevano essere ricongiunte. Questa esigenza radicale si ritrova anche nel gruppo di artisti e artiste dell’Arte Povera, che sarebbe nato successivamente a Torino. Rama dipingeva con colla, smalto, olio e vernice spray, utilizzando trucioli di metallo, tubetti di colore, occhi di bambola e molto altro. Il poeta Edoardo Sanguineti, suo grande amico, definisce nel 1964 questi suoi esperimenti materici Bricolage. Questo termine di uso comune, teorizzato da Claude Lévi-Strauss, si afferma in seguito anche nella storia dell’arte occidentale.

Gomme

Composizioni rigorose, quasi minimaliste caratterizzano la produzione artistica di Carol Rama dall’inizio degli anni Settanta. Nei gruppi di opere Gomme, l’artista montava su tela delle camere d’aria tagliate provenienti da pneumatici di biciclette o automobili. La forma, lo spazio e il tempo sono temi centrali in questi lavori.

Tuttavia, Rama infrange la severità minimalista e dà vita a opere stratificate e ambivalenti, segnate da un’intensa presenza corporea. A Torino, città dell’automobile dominata dalla Fiat, la gomma usata era facilmente reperibile. Non da ultimo, in queste opere si innestano anche dei ricordi legati alla figura del padre e alla sua azienda.

Tardivo ritorno alla figurazione

Negli anni Ottanta, Carol Rama torna alla rappresentazione figurativa. In Italia nasce il movimento della Transavanguardia. Pittori e pittrici riscoprono i mezzi e i soggetti tradizionali, come la pittura su tavola e le figure della mitologia antica. Anche nelle opere di Rama si possono cogliere queste tendenze. Già negli anni Settanta l’artista aveva conosciuto il gallerista Luciano Anselmino, che con la sua Galleria Il Fauno a Torino rappresentava artisti come Man Ray e Andy Warhol – e presto anche Rama.

Il lungo cammino verso il riconoscimento

Carol Rama ottiene il riconoscimento solo in tarda età. Nel 1980, il suo lavoro viene presentato nella rivoluzionaria mostra collettiva L’altra metà dell’avanguardia 1910–1940, curata da Lea Vergine e allestita a Palazzo Reale a Milano. Nel 2003, quando riceve il Leone d’Oro alla 50a Biennale di Venezia, l’artista commenta così: ‟Il lavoro, la pittura, per me, è sempre stata una cosa che mi permetteva poi di sentirmi meno infelice, meno povera, meno bruttina, e anche meno ignorante… Dipingo per guarirmi”². 

¹ Intervista a Carol Rama di Corrado Levi e Filippo Fossati in: C. Levi, P. e F. Fossati e I. Schaffner, Carolrama, in Impresa per l’arte contemporanea, n. 4 gennaio 1997.

² Carol Rama, estratto da: Lea Vergine, L’angoscia è un trip, catalogo della mostra. Milano, 1985, pag. 45.

CAROL RAMA. A REBEL OF MODERNITY
A cura di Livia Wermuth

07.03—13.07.2025
 

Testo e immagini sono di proprietà di:

Kunstmuseum Bern
Hodlerstrasse 8–12
3011 Bern 

www.kunstmuseumbern.ch

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